La Spada nella Roccia al Terminillo e la leggenda dei 5 Confini

Quante volte abbiamo sentito parlare del mito della Spada nella Roccia? Leggenda riportata in lungo e largo su pellicole cinematografiche e su libri di letteratura narrante la storia di un giovane ragazzo, Artù, cresciuto da mago Merlino che un giorno divenne Re della Britannia dopo aver estratto la spada conficcata per secoli dentro una solida roccia.

Esiste ancora oggi quella spada? Ebbene di leggende, racconti e narrazioni ne è piena la storia così come probabilmente è pieno il mondo di Spade nella Roccia, nessuna direttamente riconducibile alla famosa spada di Re Artù ma tutte, a modo loro, capaci di portare con sé una storia e il destino di personaggi che hanno lasciato un segno indelebile sulle nostre strade.

Alla fine arriva il giorno dell’escursione, l’esperienza tanto attesa, l’avventura sognata e progettata per giorni e giorni, si arriva alla porta di casa pronti a cominciare e sempre lo stesso dubbio attanaglia sulla soglia. Avrò preso tutto il necessario?

Il dubbio è legittimo soprattutto quando si decide di andare in montagna, un luogo dove dimenticare qualcosa può fare la differenza tra vivere una giornata in totale pace dei sensi e vivere una giornata in preda a crisi di nervi per quella giacca a vento lasciata a casa o quella bussola dimenticata che ci avrebbe aiutato ad uscire dalla nebbia.
Quando si va all’avventura, che si tratti di una gita fuori porta domenicale o di una grande avventura di più giorni è importante essere sicuri di avere tutto il necessario con sè, una volta partiti potrebbe essere impossibile porre rimedio ad una dimenticanza, è quindi importante rassicurare il se stesso del domani aiutandolo a non dire la fatidica frase “se solo avessi questa o quell’altra cosa..!”.

Dal 2022 ARTVA, pala e sonda obbligatori per chi pratica attività invernali su ambienti innevati, anche con le ciaspole

La simpatica vignetta di Caio Comics ci permette di entrare in maniera divertente in un argomento che in questi giorni sta interessando il mondo degli amanti degli sport invernali di montagna su ambienti innevati.

A partire dal 24 dicembre 2021 entra in vigore il decreto legislativo 40 del 28 febbraio 2021 che “revisiona e adegua le norme in materia di sicurezza nella pratica nelle discipline sportive invernali, al fine di garantire livelli di sicurezza più elevati”.

Le cose da portare con sé in ogni escursione variano a seconda del tipo di escursione che si vuole fare, dei giorni di percorrenza, della destinazione e delle “velleità accessorie” che si vogliono abbinare all’escursione. Ognuno ha il proprio modo di vivere la natura e la montagna e questo va sempre ricordato e rispettato. Ci sono quelli che amano fare la performance in montagna e quindi punteranno tutto sulla leggerezza e quelli che invece vorranno fare un motionlapse e porteranno il cavalletto con lo stabilizzatore e la videocamera. Tutto è legittimo e non c’è un modo giusto o sbagliato di andare in montagna ma in ogni caso ci sono alcune cose che nello zaino di un escursionista non dovrebbero mai mancare.

Una cosa che spesso viene sottovalutata ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale è la modalità in cui si fa lo zaino e come le cose vengono distribuite al suo interno. Da quando siamo piccoli abbiamo portato sulla schiena mille tipologie di zaini che andando a scuola amavamo mettere su una sola spalla per far colpo sulla tipa pensando che mettere lo zaino sulla spalla sinistra piuttosto che sulla destra potesse far la differenza per sembrare un tipo alternativo. Crescendo risulta chiaro come certe dinamiche da teen-ager possano forse sortire minimi effetti sull’autostima adolescenziale ma come di sicuro non sortiscano alcun effetto sociale e per di più come risultino addirittura inappropriate sotto altri punti di vista.

Partiamo da un presupposto, l’abito non fa il monaco, una rondine non fa primavera e una giacca da 2.000€ non fa un montanaro! Questo deve essere chiaro a tutti, i pionieri dell’alpinismo hanno scalato montagne incredibili con sandaletti in pelle, chiodi forgiati nel forno di casa e funi di canapa intrecciate zia Matilda. L’unica differenza tra un montanaro e un divanaro la fa la passione, la gamba, la voglia e lo spirito con cui si affronta la montagna, nient’altro.

Siamo davanti ad un tema apparentemente semplice ma che fa davvero la differenza. Quando si ha il timore che una cosa possa tornare utile viene spesso l’idea di tagliare la testa al toro adottando la soluzione più drastica del “porto tutto!”. Quest’approccio va da sé per quanto facile e rassicurante è sicuramente un approccio sbagliato. Quando vi troverete in un tratto di salita sconnessa con la ghiaia sotto i piedi o semplicemente su un sentiero pianeggiante e asfaltato vi maledirete per non aver attenzionato la pesantezza dello zaino! Certo è bello avere con sé una chitarra da suonare con gli amici intorno ad un fuoco con tanto di canzonieri da distribuire per cantare tutti assieme, ma le cose che pensate servano a farvi star bene, quando si tratta di avventura, potrebbero risultare superflue scoprendo che l’allegria intorno ad un fuoco non la fa una chitarra accordata ma il piacere del cantare stonati a squarcia gola con gli amici sotto il cielo stellato.

Alle volte può capitare di avere un’irrefrenabile voglia di andare in montagna, voglia di sfogare la propria passione esplorando nuovi posti e godendo appieno gli odori della natura. Ma come si fa a scegliere il percorso giusto? Il percorso su misura che possa permettere di vivere l’esperienza al meglio e senza pensieri?

Ognuno di noi ha delle caratteristiche differenti, c’è chi è più allenato e chi meno allenato, c’è chi va in montagna per fare una performance e chi vuole passeggiare assaporando ogni respiro di vento, c’è chi ama raggiungere picchi per vie ignote chi preferisce zone più blasonate. C’è anche chi vuole sapere tutto sul posto che sta andando ad esplorare e chi invece ama avventurarsi senza sapere nulla, beh, per questi ultimi forse questo articolo potrà sembrare poco utile ma sono sicuro che di spunti utili ce ne sono per tutti.

Vogliamoci bene! Aiutiamo noi stessi di domani a non dire “cavolo se solo avessi pensato di portare quella cosa adesso non mi troverei in questa situazione!”. Preparate l’escursione in anticipo dando importanza e il giusto tempo alla fase di preparazione dello zaino, se necessario mettetevi seduti al tavolino qualche giorno prima della partenza proiettando la vostra mente ad ogni istante dell’avventura, questo è un trucco facile che può aiutare molto, simulate mentalmente ogni azione che andrete a fare, questo metodo non solo vi aiuterà a proiettare la vostra anima al viaggio che state per intraprendere ma vi aiuterà concretamente a farvi venire in mente cosa servirà in ogni momento. Segnate su un foglio di carta tutti gli oggetti e le cose che potrebbero servirvi e man mano che andate avanti razionalizzate la lista cercando di capire cosa vi sarà effettivamente utile e cosa superfluo.

Capita spesso di vedere persone appassionate con lo sguardo rivolto a sogni da voler realizzare, desideri forgiati nel tempo attraverso storie e racconti di alpinisti famosi o amici giramondo che con la condivisione delle loro avventure hanno colpito il profondo dei sentimenti marchiando l’animo come una pressa marchia il barile in quercia di un buon Whisky.

Così lo spirito dell’esperienza vissuta da chi abbiamo incontrato ha contribuito a costruire quel che oggi siamo e quel che saremo.