Anello di Cima Macirenelle, Cima Raparo ed Eremo di S.Angelo a Palombaro

Anello di Cima Macirenelle, Cima Raparo ed Eremo di S.Angelo a Palombaro

Lunghezza: 18km
Dislivello Complessivo: 1.500mt
Durata: 7h
Grado di Difficoltà: EE per Escursionisti Esperti
Data Ultima Modifica: Settembre 2022
Punto di Partenza e Arrivo: Via Confini, Cantagufo, frazione di Palombaro
Punto di massima elevazione altimetrica: Cima Raparo (2.017mt)
Tipo di Percorso: Anello
Percorribile in senso inverso: sconsigliato
Gruppo Montuoso: Majella
Fonte/Autore: AUAA.it

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Premessa: Più si conosce la Majella e più si rimane stupiti dalla rete dei sentieri che, come una ragnatela, permetteva di muoversi tra un vallone e l'altro. Erano sentieri pastorali, a volte arditi e molto esposti, non di rado pericolosi. Uso il passato perché di molti sentieri si è persa o si sta perdendo la traccia; la forte riduzione della pastorizia nelle ultime decadi ha permesso la rapida espansione della mugheta che sta lentamente riconquistando il terreno perduto, tra i 1.800mt e i 2.300mt, e dove attecchisce crea boschi impenetrabili. Nelle zone più impervie invece, la scarsa frequentazione ha reso le tracce sempre più labili e la natura ha fatto il resto rendendo arduo il procedere. Dei volontari a volte "riaprono" alcuni tratti delle mulattiere invase dalla vegetazione permettendo così il passaggio tra gli arbusti. Sono però azioni sporadiche e lasciate alla buona volontà di singoli ed è un peccato perché alcuni sentieri (non tutti sicuramente) sono vere e proprie "opere d'arte"; la loro realizzazione ha visto l'impegno e la maestria di numerose generazioni. Andrebbero sicuramente censiti e quelli più importanti tutelati e mantenuti; non si capisce perché le opere architettoniche e artistiche del passato vengono attivamente e seriamente tutelate mentre le opere "naturali" come i sentieri non vengano tenuti in nessuna considerazione. Eppure anche queste sono opere d'ingegno e di maestria che, secondo me, non hanno molto da invidiare a molti palazzi o chiese. Se andranno persi sparirà una testimonianza importante del passato.

Il sentiero che sale dal vallone di Palombaro e raggiunge la Cima Macirenelle è uno di quei sentieri che andrebbero tutelati e mantenuti; una traccia che traversa il lungo e tormentato versante nord di questa cima e, sfruttando una serie di cenge (con tratti scavati nella roccia), mette in comunicazione i due versanti di questa montagna altrimenti incomunicabili. Il sentiero, dal fondovalle, risaliva anche sull'altro versante (sud) e ancora oggi è possibile vedere l'esile traccia che sale verso il rifugio Montagna d'Ugni; in questa zona le carte riportano il toponimo Ravagliosi che invece dovrebbe essere riferito al versante nord. Una rete che imbrigliava tutta la montagna.

Percorrerlo oggi richiede esperienza e attenzione; essendo poco frequentato non sempre è visibile e alcuni brevi tratti sono molto stretti con forte esposizione. Un percorso impegnativo: riservato ad escursionisti esperti. Con questo sentiero dicevamo è possibile raggiungere la Cima Macirenelle e qui occorre aprire una parentesi: qual è la "vera" vetta di questa cima? Sul posto è posizionata una palina con l'indicazione Cima Macirenelle, si tratta di un rilievo abbastanza insignificante (nel senso che non è una vera cima) a quota 1.896mt. In diverse relazioni la Cima Macirenelle viene indicata quella superiore a questa, quella di 2.017mt sull'IGM per intendersi. La carta IGM in questa zona è abbastanza "vaga", ha messo i toponimi Macirenelle e Raparo in posti ambigui, specialmente la cima Raparo sembra messa "a casaccio". Se, come quasi sempre è, la cima è il punto più alto di un monte la logica porta a dedurre che la cima Raparo è la cima 2.017mt e la cima Macirenelle è la cima di quota 1.896mt, quella appunto con la palina di ferro. Comunque, per raggiungere la cima di 2.017mt occorre fare molta attenzione poiché è praticamente coperta dai mughi e solo uno strettissimo varco permette di arrivare indenni in cima.

Per la discesa, se non si vuole ripercorrere il percorso fatto all'andata, è consigliabile effettuare l'anello descritto, scendere cioè a Colle Bandiera e traversare fino a raggiungere la valle di Palombaro percorrendo tutto il versante est e visitando così la grotta di S.Angelo. Questa grotta è raggiungibile con una breve deviazione (ca. 10minuti A/R) dal sentiero principale e a pochi minuti dal parcheggio. L'antro ha un'ampiezza di circa 35mt ed al suo interno rimangono i resti di un abside e una altare dell'antica chiesa rupestre dedicata a San Michele Arcangelo. Si hanno pochissime notizie su questa grotta, la tradizione vuole che la chiesa sia stata edificata su un tempio dedicato alla Bona Dea, una divinità latina legata al mondo femminile. Ed è per questo che nell'antichità le donne venivano qui per bagnarsi il seno per favorire l'abbondanza di latte; le varie vasche scavate nella roccia potrebbero essere servite proprio a questo scopo. La visita a questo luogo religioso ripaga sicuramente il tempo in più per terminare il giro che alla fine è di circa 18Km per un dislivello di circa 1.500mt: non pochi. La discesa, più lunga della salita, permette di vedere dall'alto un tratto della selvaggia e "inaccessibile" Val Serviera, una forra tra le più belle dell'Appennino. Dal Colle Bandiera è possibile rifornirsi d'acqua poiché si oltrepassano almeno tre fontanili. Tutto il versante è costellato di grotte pastorali, alcune frequentate ancora oggi, altre ormai abbandonate da anni e dislocate in luoghi a volte veramente remoti. Un'escursione di grande bellezza, lunga, panoramica e ricca di storia.

La segnaletica del parco ha subito nel tempo delle rivisitazioni che oggi hanno portato alcuni sentieri ad avere diverse identificazioni sia sulle mappe che sulle rocce. La segnaletica è quasi assente lungo la salita, da Cantagufo per la valle di Palombara in direzione di Monte d’Ugni la traccia è segnata su vecchie carte CAI con il numero 6A giallo-rosso o P1 verde, percorso lungo la valle oggi etichettato con il codice del parco G5 bianco-rosso, in loco ci si imbatte in segnali F3 verde o tracce bianco-rosse . Il sentiero di discesa invece è segnato sulle vecchie carte CAI nel primo tratto con il numero 7 giallo-rosso o F3 verde fino alla valle di Selvaromana dove si incontra il sentiero 7 giallo-rosso o F2 verde oggi etichettato con il codice del parco G6 bianco-rosso, in loco ci si imbatte in tutti i tipi di segnali, F2 ed F3 verde, bandiere giallo rosse o G6 bianco-rosse . I segnali più recenti sono sicuramente quelli G* di colore bianco-rosso.

Come arrivare: per le indicazioni stradali al punto di partenza clicca qui
Si percorre la strada Pennapiedimonte-Palombaro e, giunti alla frazione Cantagufo (oppure dalla vicina Confini) si lascia la provinciale e si prende la stradina che sale subito ripida. Superate le case, si continua in leggera salita fino ad un bivio dove si piega a destra. Aggirata la cresta si entra nel vallone e si continua per la stradina (molto stretta ma asfaltata) fino ad una fontana sulla sinistra. Si può parcheggiare qui (720 m circa) oppure seguitare ancora a salire per altri 500 m circa (parcheggio più problematico 770 m circa).

Descrizione: Dal parcheggio (ca. 770mt, area pic-nic) si continua ancora sulla strada, si oltrepassa il bivio per la grotta di S. Angelo (cartello) e si giunge alla fine del tratto asfaltato.
Qui si devia a sinistra; il sentiero prosegue nel fondovalle (capannina informativa e segnavia n. G5, segni bianco-rossi e P1 verdi). La traccia, sempre ben marcata, rimane sul fondo della valle (fosso la Valle) circondata da alte pareti rocciose. Giunti a quota ca. 1.610mt, la valle si apre e si lascia sulla destra un vecchio stazzo per prendere a sinistra un'esile traccia che sale tra l'erba (masso con scritta M, ca. 1.610mt, 1:30 ore. Per la valle di Palombaro.

Il sentiero sale lentamente seguendo la frastagliata orografia del versante ; in qualche breve tratto la traccia non è netta ma continua a traversare diversi valloncelli e vecchi stazzi dismessi (alcuni bolli di vernice rossa e ometti ). A quota ca. 1.800mt il percorso si fa più aereo ed esposto, con tratti molto ripidi su affacci verticali . La traccia è sempre visibile (anche se esile) ma occorre fare molta attenzione (sconsigliato con erba bagnata o ghiaccio). Con lievi saliscendi si continua a traversare per portarsi nei pressi di una zona con macchie di pini mughi.
Il sentiero le attraversa ed esce senza difficoltà sulla cresta sud-est di Cima Macirenelle (ca. 1.840mt). Il panorama si allarga sulle colline abruzzesi e molisane con in bella evidenza il lago di S. Angelo (o di Casoli). Ancora un breve tratto e si raggiunge il cartello con l'indicazione "Cima Macirenelle" (1.896mt, 2:45 ore ). Da questa cima poco pronunciata, si continua in piano per un breve tratto e ci si porta sotto un ripido canalone.
Per esili tracce, a volte poco visibili, si sale dritti fino ad una macchia di mughi che avvolge la vetta. Per una strettoia tra i pini (tagliati di recente) si arriva in vetta alla Cima Raparo (2.017mt, 3:15 ore).

Per la discesa. si ripercorre lo stesso itinerario fino al bivio sulla cresta (ca. 1.840mt, ometto ). Da qui si continua a scendere sull'ampio crinale superando brevi macchie di mughi (ometti). Giunti su un tratto pianeggiante (ca. 1.780mt), si lascia la cresta e si devia nettamente a destra per continuare a scendere lentamente fino a raggiungere la quota di ca. 1.700mt, dove un netto sentiero permette di traversare senza problemi il ripido versante . A quota ca. 1.570mt si lascia a destra uno stazzo e si inizia a scendere più decisi con stretti tornanti.
A quota 1.445mt si supera un fontanile (non segnato sulle carte ) e si continua a scendere prima obliquando verso sinistra poi dritti, senza sentiero) fino ad incrociare il sentiero G6 (se si vuole seguire fedelmente il sentiero, allungando un po' il percorso, dal fontanile occorre continuare verso destra e seguire la traccia fino al percorso G6) che proviene dalla Grotta Callarelli. Per questa comoda traccia si raggiunge in breve Colle Bandiera (1.190mt, 1:45 ore, croce a 1.197mt ). Un breve tratto dritto (bellissima veduta sulla sottostante val Serviera e sul selvaggio versante sud del Raparo) quindi si supera un fontanile (ca. 1.150mt) e si continua scendere sul lungo versante chiamato "le Preselaria" .

Lungo questo lungo tratto si supera un altro fontanile (ca. 900mt ) quindi si raggiunge un bivio (ca. 795mt). Si continua a sinistra (in piano) e poco dopo si oltrepassa una costruzione. Ancora su terreno semi-pianeggiante e altro bivio (720 m circa, casa nei pressi). Ancora a sinistra, in piano (segni bianco-rossi), e quindi lungo tratto con rete sulla destra fino a raggiungere la strada asfaltata (ca. 740mt).

Prendere a sinistra, in leggera salita, e giunti nei pressi di una curva verso sinistra, si lascia la strada e si prende un netto sentiero che si stacca sulla destra (cartello indicatore, ca. 760mt ). Si continua a traversare su questo versante in frana (Costa Manganelle) che può essere molto fangoso fino ad una nuova strada asfaltata (ca. 735mt, cartelli indicatori ).
Prendere a sinistra e dopo un breve salita con curva verso destra si raggiunge un'area pic-nic attrezzata anche con giochi per bambini . Si prosegue in piano, nella faggeta, si lascia sulla sinistra il sentiero n.8 che sale verso "Sterparo" , e su una comoda pista si raggiunge il bivio per la grotta di S.Angelo (ca. 785mt). Per visitare la grotta occorre fare una breve deviazione (10 minuti tra andata e ritorno su sentiero attrezzato ). Si continua ancora in piano per un breve tratto quindi si incrocia un nuovo bivio (ca. 820mt).
A destra ed in breve si è sulla strada asfaltata dove avevamo lasciato le auto (ca. 770mt, 3:45 ore).