anello del Monte Pisanino dalla Begola Bianca e discesa per Rio Sambuco

anello del Monte Pisanino dalla Begola Bianca e discesa per Rio Sambuco

Lunghezza: 5km
Dislivello Complessivo: 890mt
Durata: 7h
Grado di Difficoltà: EE per escursionisti Esperti + caschetto
Data Ultima Modifica: Giugno 2019
Punto di Partenza e Arrivo: Rifugio Serenaia (1.059mt)
Punto di massima elevazione altimetrica: Monte Pisanino (1.947mt)
Tipo di Percorso: Anello
Percorribile in senso inverso: sconsigliato
Gruppo Montuoso: Alpi Apuane
Fonte/Autore: Lorenzo Verdiani

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Premessa: Il monte Pisanino con i suoi 1.947mt di altezza è la più alta vetta delle Apuane. La vetta risulta alla vista molto affilata e si erge dalla valle della Serenaia con pareti altre quasi 1.000mt. La zona nors ovest dirada a valle attraverso la cresta della Begola Bianca lungo la quale si sviluppa la via di salita dell’anello.

Per la discesa si percorre per un tratto la via normale lungo il canale delle rose, così chiamato dalla leggenda che racconta della Madonna che per sfuggire a Erode avvolse Gesù nel grembiule e cominciò a salire verso la vetta quando i Giudei la raggiunsero la obbligarono ad aprire il grembiule ma Dio fece il miracolo e ne uscirono petali di rose e allora la lasciarono andare. Alla fine del canale la normale (che prosegue per Foce di Cardeto) andrà lasciata per percorrere la valle del Rio Sambuco che scende rapidamente fino a valle per tracce di sentiero.
Dalla vetta del Pisanino si può godere di uno scorcio a 360 gradi su tutte le alpi Apuane e l’appennino tosco emiliano.

Il sentiero nella sua interessa si sviluppa su tracce di sentiero che soprattutto in salita percorrono salti di roccia ripidi e parzialmente esposti, il presente anello è quindi consigliato solo ad escursionisti esperti con confidenza con gli ambienti di alta montagna e tecniche base di arrampicata su roccia.

Come arrivare: per le indicazioni stradali al punto di partenza clicca qui

Descrizione: Dal Rifugio Serenaia si attraversa il letto del fiume sempre asciutto (Rio Sambuco) che si trova dietro esso e si prende il sentiero non segnato ma abbastanza visibile, soprattutto dal rifugio . è possibile chiedere ai gestori che possono descrivere lo sviluppo del percorso.
La salita che porta sul filo di cresta è piuttosto ripida e per un bel po’ si svolge fra erba alta e una notevole varietà di fiori che all’aumentare dell’altitudine si abbassa sempre più lasciando emergere le parti rocciose.

Raggiunta la cresta e superato un grande dosso l’esposizione sul lato garfagnino comincia a farsi sentire ma senza grandi difficoltà si segue il filo di cresta con alcune parti da fare in facile arrampicata . Raggiunta la sommità della Bagola Bianca (riconoscibile per il suo versante ovest costituito da interamente da calcare chiaro) la vista della sommità del Pisanino colpisce tanto è bello ed imponente il suo profilo.
Si percorre il filo di cresta con attenzione essendo esposto su entrambi i lati ma comunque facile fino ad arrivare ad un risalto roccioso che va aggirato . Il sentiero di salita alla vetta passa a destra dove si vede bene un sentiero che sale a zig zag fino alla vetta del Pisanino (1.947mt), sentiero facile ma su pendio molto ripido.
Una volta ammirato il panorama si scende dalla vetta per la via normale e poi, con attenzione, dal Canale delle Rose . A questo punto, poco dopo aver finito il canale anziché proseguire per la Foce di Cardeto (per la via Normale) si scende per la variante del Rio Sambuco , sentiero decisamente più impegnativo rispetto la normale.
Questa è una discesa che specialmente nella sua prima parte va fatta con attenzione perché molto ripida.

L’unico modo per scendere è puntare a sinistra e aggirare tutta la base del grande torrione ; non è possibile scendere in sicurezza andando avanti o a destra perché circa 100 metri più avanti a quello che sembra un innocuo pendio erboso (visto dalla via normale) c’è un notevole salto roccioso di varie decine di metri.
Il torrione va aggirato con attenzione passando prima da una placca inclinata abbastanza ripida e poi su paleo cercando di non scivolare perché se si cade in questo punto non ci si ferma e qui il salto roccioso è molto più vicino.

Una volta aggirato il torrione il pendio entra direttamente nel canale del Rio Sambuco anche se abbastanza ripidamente ma senza particolari pericoli .
A questo punto è consigliabile indossare un casco per eventuali cadute di sassi dall’alto e perché specialmente la prima parte del canale è ripida e si svolge su terreno instabile costituito da sassi per cui cadere è facile (non c’è esposizione) .

Man mano che si scende la pendenza diminuisce leggermente ma il terreno crea difficoltà nella progressione tanto è instabile per cui consiglio di passare dalle parti erbose per limitare la difficoltà anche se non vengono eliminate del tutto.
Arrivati alla fine della pietraia si punta a sinistra verso il bosco e qui si trovano degli ometti in pietra. Si entra nel bosco finalmente all’ombra e si segue gli ometti su un sentiero sempre abbastanza visibile per poi ricongiungersi al CAI 178 che in breve ci riporta al punto di partenza.