concatenamento ferrate Ventricini e Danesi al Corno Piccolo

concatenamento ferrate Ventricini e Danesi al Corno Piccolo

Stampa

Lunghezza: 7km
Dislivello Complessivo: 950mt
Durata: 6h
Grado di Difficoltà: Poco Difficile
Data Ultima Modifica: Luglio 2020
Punto di Partenza e Arrivo: La Madonnina (2030mt) – Prati di Tivo
Tipo di Percorso: Anello
Gruppo: Gran Sasso d'Italia
Fonte/Autore: Fabio - Born To Trek

Scarica pdf 
Scarica mappa
Scarica gps

Premessa: Le ferrate sono tra le più note e frequentate del centro Italia, solitamente sono considerate ferrate di facile percorrenza ma non per questo bisogna fare l’errore di sottovalutarle, possono entrambe essere percorse singolarmente in quanto la Ventricini si priva della vetta ma percorre il periplo del Corno Piccolo lasciando ammirare tutti i differenti ambienti mentre la Danesi raggiunge la vetta affrontando però sia la salita che la discesa dal Vallone delle Cornacchie. Con il concatenamento qui proposto invece si riescono ad unire entrambe le esperienze.
La ferrata Danesi, aperta nel 1926, è una delle vie di ascesa al Corno Piccolo più frequentata, sia per la sua bellezza sia per la comodità rispetto alla ghiaiosa, ripida e faticosa via normale. Rispetto al tracciato originale la via di oggi, riattrezzata nell’estate del 2017, passa su tratti leggermente più esposti e rocciosi, lungo l’ascesa sono visibili sulla destra vecchi ancoraggi e alcune sbarre piegate. Il tracciato della nuova ferrata esclude anche il passaggio nel buco (vicino e ben visibile dal nuovo tracciato) e l’attraversamento della parte sommitale del Canale dell’Immondezzaio, entrambi considerati non sicuri. Oggi è garantita agli escursionisti la massima sicurezza.
La ferrata Pierpaolo Ventricini è forse la più frequentata ferrata del centro Italia, non tanto per la bellezza ma in quanto essa costituisce la principale via di accesso a tutte le vie alpinistiche delle pareti nord occidentali alle alte spalle del Corno Piccolo. Delle ferrate della zona è forse la più semplice da un punto di vista tecnico ma probabilmente la più pericolosa; percorrendo la base di molte vie alpinistiche si respirerà aria di alpinismo ma di contrapposto si sarà soggetti al costante rischio di caduta sassi smossi dagli arrampicatori, oltre ad un buon caschetto è bene tenere gli occhi e le orecchie bene aperti e spostarsi dalla linea di caduta degli alpinisti il prima possibile. Anche questa ferrata è stata rinnovata e leggermente modificata nell’estate del 2017.
Magnifica la vista dalla vetta che offre uno scorcio unico sul vicino Corno Grande e su tutta la valle teramana con viste anche fino al mar Adriatico.
Oltre alla sistemazione di tutte le ferrate della zona nell’estate del 2017 è stata effettuata un’altra opera di ammodernamento in loco nell’ottobre del 2019 con la sostituzione della croce di vetta. La nuova croce, dono della Squadra di Soccorso del 9° Reggimento Alpini, dal peso di quasi un quintale è stata portata in vetta senza elicotteri, ma solo con la forza di braccia, gambe di volenterosi montanari.

Come arrivare: Dalla A25 venendo da Teramo si prende l'uscita San Gabriele – Colledara e si seguono le indicazioni per Montorio al Vomàno (SP491). Raggiunto e superato il paese si prosegue lungo la SS80 in direzione L'Aquila, ci si addentra nella rocciosa Valle del fiume Vomano dove sulla sinistra è presente il bivio per Pietracamela. Si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per per i Prati di Tivo che si raggiungono superando il paese montano di Pietracamela.
In alternativa dalla A25 venendo dal Lazio si esce a L’aquila Ovest, dopo il casello alla rotonda si seguono le indicazioni blu per Teramo (seconda uscita) incrociando la SS Statale 80 che si segue verso Sinistra, si esce da L’Aquila seguendo sempre le indicazioni per Teramo, si supera Arischia e la strada comincia a salire tutte curve fino al Valico delle Capannelle, si prosegue superando il bivio per Campotosto/Amatrice, si supera il lago della Provvidenza addentrandosi nella Valle del fiume Vomano dove sulla destra è presente il bivio per Pietracamela. Da qui si segue fino ai Prati di Tivo come descrizione sopra. 

Descrizione: Dai Prati di Tivo si prende la funivia fino alla Madonnina (2030mt ca., il biglietto per salire e scendere in giornata costa 12€, orario estivo 9.00 – 18.30, meglio informarsi via internet e in loco). Si segue per breve tratto il sentiero in direzione della cresta NE del Corno Piccolo, al Passo delle Scalette si devia a destra per evidente sentiero (che all’apertura della funivia viene assalito dagli alpinisti) che traversa a mezza costa distanziato di 100mt dalla base tutta la parete N del Corno Piccolo.
Si giunge in poco tempo alle spalle (molto evidenti la prima spalla, la più alta, a sinistra e la seconda spalla a destra separate dal canale Bonacossa), si attraversa una conca che dirige verso la cresta da dove parte la ferrata vera e propria. Un primo cavo in discesa porta nel cuore del Canale del Tesoro Nascosto che si scende per un breve tratto fino a che sulla sinistra a quota 2140mt ca. diparte sulla sinistra idrografica una scaletta che conduce ad un’ulteriore rampa che percorre la base della parete O della seconda spalla. Con un'altra scaletta e corde fisse si esce dalla parte più “rocciosa” della ferrata per giungere sul versante SO delle pareti dove il sentiero si fa più vario. Una serie di saliscendi sovrastano il sottostante immenso vallone dei Ginepri, altre due breve scalette incassate e altri tratti attrezzati con funi (di cui l’ultimo in discesa su sentiero ghiaioso) portano al termine della ferrata vera e propria nei pressi dell’attacco della via normale al Corno Piccolo (2400mt ca.).
Da questo punto si prosegue per sentiero ghiaioso in salita che dopo poco porta all'attacco della ferrata Danesi.In corrispondenza di un masso sono ben visibili le indicazioni per la ferrata Danesi che con bollini gialli e rossi aggira a nord il Campanile Livia e si addentra nel canale Danesi. Inizialmente il sentiero risulta agevole fino ad un forcellino che conduce tra la Torre Cicchetti e la Prima Anticima S del Corno Piccolo. Qui è presente la prima rampa attrezzata con corde fisse e scalette. La via originale rimaneva più vicina al dietro mentre l’attuale rimane in piena placca appoggiata costringendo a corti, facili ma simpatici passaggi su roccia. Dopo aver superato il primo tratto ferrato si arriva ad un buco dove passava l’originaria via, oggi la ferrata si mantiene sulla sinistra per passaggio più aereo privo di difficoltà che, aggirando un dorso roccioso, si ricongiunge al vecchio tracciato all’uscita del buco.
Da qui si tralasciano i segnali (che conducono per un canale sconnesso sulla destra, vecchio tracciato) e si seguono le funi di acciaio che rimangono sul versante orientale delle rocce. Da questo punto il tracciato salta tra i massi granitici giungendo fino alla cresta sommitale dove, saltato uno spacco con corda fissa, si raggiunge la china che giunge in vetta al Corno Piccolo (2655mt).
Per la discesa si segue la via normale. Si scende dalla vetta tornando sui propri passi tenendosi a destra dello spacco detritico fino a che questo non si conclude su di una spalla dove, sulla sinistra, sono presenti le indicazioni per la discesa (dovrebbero esserci anche omini in pietra). La discesa è molto ripida e ghiaiosa ma in poco tempo, superando dei facili brevi canalini in arrampicata e disarrampicata, porta nuovamente sul sentiero percorso all'andata nei pressi dell'attacco della Danesi. Da questo punto si prosegue per sentiero ghiaioso che risale faticosamente per 150mt superando l’attacco della ferrata e dopo aver costeggiato il Campanile Livia giunge alla Sella dei Due Corni, punto più alto dell’anello se non si decide per eventuali deviazioni (2547mt).
Dalla sella dei Due Corni si spalanca la vista sul vallone delle Cornacchie e il rifugio Franchetti che si raggiunge attraverso sentiero in meno di 15 minuti. Dal rifugio si ridiscende il vallone per tornanti facendo attenzione al sentiero che, a causa della massiva frequentazione, è “usurato” con rocce molto lisce nei passaggi obbligati, uno dei quali attrezzato con una fune fissa di acciaio.
Una volta giunti al Passo delle Scalette si è di nuovo alla funivia. Può capitare di arrivare tardi (oltre le 17.30), in questo caso un sentiero comodo scende passando vicino ad una casa diroccata ben visibile e scende in 1h ca. per l’Arapietra e strada asfaltata che si ricongiunge ai Prati di Tivo.